Il nuovo direttivo della VIS FISieo vuole avere un alto impatto sociale

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Il 7 Aprile 2017 a Montesilvano (PE) l’Assemblea Ordinaria dei soci dell’Associazione Volontariato Italiano Shiatsu operatori FISieo (VIS FISieo) ha votato il suo nuovo consiglio direttivo.

Sono stati eletti: Renato Zaffina, Antonio Palumbo, Nadia Simonato, Dorotea Carbonara, Danila Franceschini e Luciana Semeraro.

La prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo per la nomina del Presidente, e per gli incarichi di Segretario e Tesoriere, come previsto dall’art.12, comma 4 dello statuto, vede le riconferme nella carica di Presidente di Renato Zaffina e di Tesoriere di Antonio Palumbo, e di Luciana Semeraro come nuovo segretario, che sostituisce Angiolino Ferraro, al quale vanno i ringraziamenti del direttivo per il suo impegno profuso nell’adempiere all’incarico.

La FISieo opera nel campo del volontariato da molti anni, e per meglio sostenere i propri soci in queste attività ha favorito la nascita della VIS FISieo (Volontariato Italiano Shiatsu FISieo).logo-VIS-FISieo-300x294

La VIS FISieo è una associazione ONLUS, nata per coordinare, avviare ed orientare le attività di volontariato effettuate dai soci FISieo proseguendo le esperienze degli anni passati anche alla luce della legge 4/2013 e della legge 13/13.

Gli obbiettivi del nuovo direttivo proseguono in linea con le ambizioni iniziali dell’associazione, che cerca di coordinare le esperienze di molteplici volontari sparsi sul territorio italiano e di realizzare un rapporto istituzionale con le varie onlus.

Per farlo intendono continuare a promuovere azioni di volontariato, dare un supporto ai soci FISieo che vogliano avviare un’attività, sia in termini burocratici, sia in termini di assicurazione, stipulata gratuitamente dalla VIS FISieo e che copre i soci impegnati nelle attività di volontariato ovunque si svolgano.

Abbiamo previsto che per i soci che prenderanno parte ai progetti VIS FISieo, venga riconosciuta l’acquisizione di punti ECOS, secondo modalità riferite alla complessità del progetto.

Perchè “fare volontariato” fa bene VIS FISieo Terzo Paradiso

Fare volontariato può rappresentare un’esperienza di vita che dona maggiori occasioni di relazioni umane, di benessere psico-fisico, di partecipazione alla vita sociale (Rapporto BES 2014).

Fare volontariato consente di esprimere i propri talenti e di apprendere nuove competenze. Quando si agisce insieme ad altri si possono unire le conoscenze e imparare da chi ha altre esperienze. Le competenze acquisite si possono spendere poi nel resto della vita, sul lavoro, nel percorso di studi e in qualunque campo. Perchè il volontariato è un’esperienza generativa di competenze che rende le persone più capaci di progettualità, autorealizzazione, consapevolezza e riflessività, e più capaci di orientarsi in modo dinamico e flessibile in contesti e situazioni di incertezza.

Molte competenze acquisite con il volontariato (creatività, risoluzione problemi, comunicazione e ascolto, lettura dei bisogni) sono spendibili, riutilizzabili e potenziabili in molti ambiti di vita. L’esperienza del volontariato, sviluppano potenzialità e resilienza individuale, organizzativa e comunitaria, integrate a quelle tecnico-specialistiche rafforzano profili e ruoli professionali, favorendo anche la mobilità occupazionale.

Il solo pensiero di aiutare gli altri pianificando una donazione rende la gente più felice. Se si passa dal pensiero all’azione di aiutare qualcuno questo effetto è amplificato. Studi condotti negli Stati Uniti documentano che gli individui che fanno volontariato godono di maggior felicità, minori livelli di stress, miglior salute fisica ed emotiva, maggior percezione che la loro vita ha un senso.

La felicità consiste nel fare esperienze in cui si perde la concentrazione su se stessi e ci si sente fusi con gli altri e con quello che si sta facendo. Investire attenzione, energia e tempo nelle relazioni è una buona idea per vivere felici, sani e a lungo.

Alexis de Tocqueville sosteneva che il buon funzionamento di un regime democratico deriva anche dalla libertà di associazione e dalle modalità con cui questa viene utilizzata dagli individui. Egli identifica un filo conduttore tra la democrazia e la capacità dei cittadini di operare insieme per raggiungere un obiettivo comune.

Noi crediamo in questi principi e ribadiamo l’importanza di donare le nostre capacità professionali, a chi si trova in difficoltà, consapevoli che anche le nostre competenze saranno arricchite da questi incontri.

Queste indicazioni sono state da lungo tempo recepite anche dalle principali organizzazioni sanitarie. Ad esempio la Carta di Ottawa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1986) recita: “La salute (…) valorizza le risorse personali e sociali (…). Quindi la promozione della salute (…) punta al benessere.” Nel documento la promozione della salute viene definita come: «il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla».

Inoltre, gli stati membri dell’Oms, con la Carta di Ottawa, hanno definito le modalità attraverso cui promuovere la salute:

  • Sostenere la causa della salute

Fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorire la salute, ma possono anche danneggiarla. L’azione della promozione della salute punta a rendere favorevoli queste condizioni tramite il sostegno alla causa della salute.

  • Pari opportunità e risorse

Per mettere in grado tutte le persone di raggiungere appieno il loro potenziale di salute, l’azione della promozione della salute punta a ridurre le differenze nello stato di salute attuale e ad assicurare pari opportunità e risorse. Per ottenere ciò è necessario realizzare un ambiente favorevole, rendere disponibili informazioni, sviluppare abilità personali e opportunità che consentano di fare scelte sane.

  • Coinvolgere tutti i settori della società

I prerequisiti e le aspettative per la salute non possono essere garantiti solo dal settore sanitario. La promozione della salute richiede un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti sociali: i governi, il settore sanitario e gli altri settori sociali ed economici, le organizzazioni non governative e di volontariato, le autorità locali, l’industria e i mezzi di comunicazione di massa. Le persone di ogni ceto sociale sono coinvolte come individui, famiglie e comunità.

  • Dare forza all’azione della comunità
  • Dare competenze e risorse agli individui

Benché l’importanza delle relazioni per la felicità e la salute sia una conoscenza scientifica condivisa e consolidata, la nostra cultura ne è ancora largamente inconsapevole. Spesso le nostre scelte privilegiano altre priorità, perché siamo guidati da idee sbagliate su cosa ci renda felici e sani. Siamo prigionieri dell’illusione che la medicalizzazione migliori la salute e non siamo coscienti che essa inizia molto prima della porta del medico, dell’ospedale o della farmacia.

Possiamo fare molto per la nostra salute se diveniamo coscienti che, molto prima di essere un problema sanitario, la salute è una questione di gratificazione.

E la gratificazione è una questione di relazioni.

Adesso la nuova frontiera dei progressi della salute è sviluppare una cultura e una organizzazione di vita che ci consenta di dare peso alle cose che sono importanti per la nostra felicità. Cioè alla nostra vita di relazione.

Il nuovo Consiglio Direttivo augura a tutti i soci volontari un futuro frizzante e pieno di progetti, e noi auguriamo altrettanto a tutti i membri.

Sostenere queste attività è facile, basta ricordarsi di indicare sulla tua dichiarazione dei redditi il codice fiscale 97757180589.

Fai sentire che ci sei, aderisci come volontario, dona il tuo 5/1000, invita altri a farlo.

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